Testata


Dalla rivista Science et Foi – anno 1997

REAUMUR E LE API

Valentin Boisseau

Benché nato a La Rochelle il 28 febbraio 1683, e deceduto nel Maine per le conseguenze di una caduta da cavallo nel 1757, non v'è più vandeano di Reaumur. Questa famiglia di magistrati di piccola nobiltà possedeva, dal 1629, la signoria di Rèaumur, vicino a Pouzauges, in Vandea. La madre dello studioso era di origine talmontese (Angles).

Dopo gli studi dai Gesuiti di Poitiers, che terminò al collegio di Bourges, egli fece in matematica dei progressi sorprendenti. Renè Antoine Ferchault de Reaumur è considerato, a giusto titolo, come il più grande fisico e entomologo del 18° secolo.

La Francia gli deve, nel 1722, l'arte di ottenere l'acciaio dalla ghisa, e il mezzo di fabbricare la latta con procedimenti semplici e poco onerosi. Si sforzò anche di procurare al suo paese i modi per ottenere la porcellana, il cui segreto apparteneva da molto tempo alla Cina. Appassionato dai problemi di genetica, fu all'origine delle prime incubatrici artificiali, ed ha anche cercato, senza alcun successo non c'è dubbio, di incrociare un pollo con un coniglio. Gli si deve l'invenzione del termometro, strumento molto prezioso, la cui realizzazione si basa sulla scelta di due punti estremi: la congelazione e l'ebollizione dell'acqua. La divisione iniziale di questo intervallo in 80 gradi, è stata rimpiazzata in seguito dalla divisione centesimale che oggi conosciamo.

Le matematiche e gli alveari

Fisico e naturalista essenzialmente pratico, osservatore infaticabile e meticoloso, eseguì sugli insetti e in particolare sulle api una serie di ricerche che sono le più belle della scienza moderna. Vi consacrò 6 volumi. É a Boistissandeau, vicino a degli erbari, presso il suo amico M. de Hillerin, che studiò la vita delle api. Nei muri delle "dependances" del castello, aveva installato 5 alveari (sempre visibili) e, attraverso un vetro, osservava pazientemente queste "mosche da miele".

É tutta la biologìa dell'alveare che analizzò con l'osservazione diretta. I suoi lavori costituiscono un progresso considerevole per l'epoca. Egli tratta della costituzione della società delle api con una sola regina per alveare, descrivendo tutte le cure che si prendono di lei le operaie. Studia la morfologia del corpo dell'insetto, mostrando il funzionamento ed il ruolo di ciascuna delle parti. Dedica una memoria speciale al pungiglione e al suo veleno, all'edificazione delle celle di cera, alla raccolta del polline.

Pubblica una serie di osservazioni precise sull'architettura dell'alveare, che ha spiegato in modo tale che dopo di lu inon si è detto niente di meglio. Un giorno, gli viene l'idea di porre al matematico Koening il seguente problema: "Tra tutte le cellule esagonali a fondo piramidale, qual'è quella che può essere costruita con minor materia?". Koening arrivò al seguente risultato: "L'angolo ottuso deve avere 109°26' e l'angolo acuto 70°34' ".

Rèaumur ne concluse che l'ape aveva risolto il problema... quasi giusto, essendo una differenza di 2' insignificante.

Per molto tempo questo risultato non fu contestato da nessuno; frattanto l'ape, architetto ostinato, continuava a costruire dando ai suoi angoli le dimensioni di 109°28' e di 70°32', senza curarsi delle regole della scienza umana.

Questa ostinazione si imponeva talmente agli studiosi, che si misero a riflettere ed a rifare i loro calcoli, ma con lo stesso risultato. E, tuttavia, essi non potevano ammettere che vi fosse uno sbaglio, per quanto leggero, nel capolavoro ammirabile della natura: la cella delle api.

Infine, la spiegazione venne in un modo del tutto inatteso. Un vascello fece naufragio, ma il capitano e l'equipaggio furono salvati. Quando si ricercarono le cause del sinistro, si trovò che le tavole di logaritmi, con le quali il capitano aveva determinato il grado di longitudine, contenevano un errore, da cui un apprezzamento falso della rotta del vascello. Ora, quelle stesse tavole, errate, erano quelle che erano servite per risolvere il problema di Reaumur.

Dopo aver corretto lo sbaglio, si rifece il calcolo, ed ecco che il lavoro dell'ape era perfettamente giustificato. Gli angoli teorici corrispondono esattamente agli angoli reali delle celle.

Dunque l'ape -per prima- aveva risolto in modo giusto il problema matematico di costruire, con meno materiale possibile, il più grande e solido dei vasi per conservare il miele!

Ceshe 1999 -