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Ripercussioni dell'Opera di FC presso i lettori
Proponendo una visione del mondo antico e dell'Universo conforme
alle Sacre Scritture, FC riconquista per il cristianesimo una percezione
originale dello spazio e del tempo e restituisce una fiducia piena
nel testo rivelato.
IL TEMPO.
Già prima di Voltaire, i nemici del Cristianesimo avevano
compreso tutto il vantaggio che potevano trarre da una cronologia
lunga della Terra e dell'Antichità. Dissociando il tempo
sacro (cronologia biblica) dal tempo profano degli studiosi della
(pre)istoria, la cronologia « detta scientifica » (giacché elaborata
a partire da elementi sparsi presi da discipline diverse abilmente
scelte… per i bisogni della causa), questa cronologia scientifica
dissolve nelle menti il FATTO DELLA REDENZIONE: l'evacuazione del
primo Adamo scioglie la prospettiva che dà senso al secondo
Adamo, e il silenzio sul Peccato Originale rende inintelligibile
la Salvezza (cf. Bultmann).
Per una critica dettagliata degli argomenti avanzati a sostegno
della cronologia « scientifica », FC ha mostrato l'inconsistenza
di queste datazioni in perpetua revisione (per lo più al
rialzo) e l'irrazionalità che ci sarebbe nel fondare una
qualsiasi considerazione metafisica o teologica su questa zattera
alla deriva, come mostrano perfettamente le ricerche di Guy Berthault
(i cui esperimenti sulla stratigrafia delle rocce vengono tuttora
ignorati dall'occidente!).
LO SPAZIO.
Come aveva annunciato a Gassendi[1]
,
nel 1658, il P. Gazrée[2]
,
l'accettazione ingenua del sistema di Copernico, con le speculazioni
che trascinava sulla pluralità dei mondi abitati, andava
a mettere in pericolo la visione cristiana dell'uomo.
Questa visione richiede un Dio Unico, governatore di un Universo
creato per Amore, lo statuto UNICO di quel Figlio nel nome del
quale « ogni ginocchio si piega nei cieli, sulla terra
e sotto terra » (Fil. 2, v.10) e lo statuto Unico di
Maria, Regina dei Cieli.
La pluralità dei mondi abitati (di cui si sente molto parlare
anche oggi) distrugge l'unicità dell'uomo creato ad immagine
del Figlio e dunque la responsabilità (partendo dalla dignità)
dell'uomo la cui Unica missione consiste nell'assumere il ritorno
amante del Cosmo verso Dio per la Sua gloria.
Al di fuori di questa prospettiva, il sale delle verità cristiane
perde molto del suo sapore.
Mostrando il carattere prematuro di un'affermazione assoluta dell'eliocentrismo
(ciò che l'astrofisica recente conferma ampiamente), anticipando
su ciò che numerosi fisici descrivono oggi sotto il nome
di « princìpi antropici », FC relativizza la
certezza orgogliosa con la quale i meccanicisti avevano creduto
di poter determinare il « vero » sistema del mondo
e minimizzare per sempre la terra ed i suoi abitanti.
Questo è, anche, un altro modo per ridare tutta la sua portata
all'Incarnazione.
LA RIVELAZIONE.
Tutto lo sforzo dei nemici del Cristianesimo, dal 16° secolo,
mira a relativizzare la portata del testo rivelato, a indebolirne
le affermazioni per distruggere la fiducia che gli accordavano
i secoli precedenti.
Ora, è camminando che si prova il movimento.
Mostrando su alcuni punti decisivi l'inerranza scientifica e storica
della Bibbia (affermata da Leone XIII, Benedetto XV e Pio XII),
FC ristabilisce il testo rivelato nel suo ruolo assoluto atto a
guidare le intelligenze, come fonte ispirata, stabilita al di sopra
degli erramenti umani.
La dimostrazione dell'inerranza biblica prova l'Ispirazione, allo
stesso titolo che la pretesa dimostrazione di errori scientifici
nella Bibbia era servito a distruggere la fiducia nella Rivelazione
e, pertanto, nei dogmi che essa fonda.
Così, in un approccio apologetico nuovo e per certi versi
radicale, FC restituisce un senso pieno a parecchie verità importanti
della Fede Cristiana.
LE PROSPETTIVE APERTE DALL'OPERA DI FC.
Attraverso il suo studio critico di parecchie discipline scientifiche,
FC finisce col relativizzare la scienza per ristabilire l'assoluto
della Rivelazione e, inoltre, l'autorità intellettuale del
suo interprete, la Chiesa. Si tratta di un sconvolgimento e di
un capovolgimento dialettico tanto importante come lo fu, all'inizio
del 17° secolo, la dichiarazione di indipendenza della scienza
moderna.
Tre conseguenze si lasciano già intravedere:
La liberazione mentale della Chiesa
Al termine di un lungo processo di laicizzazione delle menti, la
Chiesa si è ritrovata asservita ai falsi dogmi della Scienza,
di una scienza sicura di sé, regnante incontrastata, ed
alle cui pretese la Chiesa ha finito con l'adeguarsi per
paura di un conflitto aperto (sindrome di Galileo).
La dimensione cosmica del Cristianesimo.
La fisica deterministica di Laplace (sulla quale viviamo ancora
malgrado le dimostrazioni di incompletezza di Poincaré e
Gödel) ebbe per effetto di evacuare Dio dal governo dell'universo.
Questa amputazione massiccia della visione cristiana del mondo
lasciò imporsi una visione scientifica considerata come
sola inglobante, dunque la sola a fissare il quadro generale delle
riflessioni sull'Universo, la sua storia ed i suoi abitanti.
Ora, l'inglobante domina l'inglobato.
Di conseguenza, il Cristianesimo tende a restringere la portata
delle sue affermazioni al campo dello psichismo individuale o,
tutt'al più, al sociale.
Portando il ferro della contestazione nel seno della visione scientifica
del mondo e fino alle sue pretese certezze sul vero sistema dell'Universo,
l'atteggiamento di FC riporta Dio al suo ruolo di Creatore non
solo "in principio" dove era stato accantonato,
per restaurare la Sua Provvidenza in tutti i Suoi attributi sugli
astri, le meteore ed i corpi allo stesso titolo che sulle anime.
E questo può essere il vero antidoto al « Dio-Natura » di
Spinoza e dell'odierna New Age.
La ripresa dell'offensiva contro l'ateismo.
Nell'impatto tra due corpi, più duro deforma il più molle,
e lo marca della sua impronta!
É così che la Chiesa ha ceduto costantemente del
terreno alle affermazioni perentorie dell'ateismo militante, arco
lanciato sull'inerranza pretesa della scienza e che… non è senz'altro
finito.
Una volta sgonfiato questo pallone, la Chiesa, dopo aver
lasciato ogni vergogna del suo passato e ritornando ad una Fede
totale nelle promesse dal suo Capo, avrà la via
aperta per sviluppare un'alternativa cristiana alla visione scientifica
del mondo.
L'antica nozione della Chiesa come « società perfetta » (evocata
da Pio XII nella Mystici Corporis del 1943) ritrova così la
sua componente intellettuale. Da questa breve esposizione si può già giudicare
la profondità e l'ampiezza delle prospettive aperte da FC.
Indipendentemente dalla precisione di questa o quella delle
sue tesi particolari, è la visione d'insieme che
porta all'adesione e merita di essere considerata, MEDITATA e -perché no-
sviluppata… per il maggior bene della Verità, e ad
majorem Dei Gloria.
LA POSTA DELL' OPERA DI FERNAND CROMBETTE.
Così, anche se dobbiamo dire che quest'opera ha finora toccato
solo un pubblico ristretto (poche migliaia di persone), si tratta
di un campione molto vario e soprattutto di qualità per
giudicare della natura e dell'intensità delle reazioni che
questo contatto produce. Distingueremo qui l'impatto sia diretto
che indiretto dell'opera legato al suo ruolo esemplare.
La posta dell'opera di FC non si situa solo nella rappresentazione
dell'Universo che egli propone restaurando una visione del mondo
conforme alle Scritture; sembra esserci anche un'altra dimensione
che la collega alla storia del Pensiero Occidentale, dimensione
che non conviene affatto trascurare benchè Crombette, ricercatore
solitario, non ne abbia avuto coscienza.
In effetti, se la lotta contro il Modernismo, "cloaca
di tutte le eresie", fu il suo obiettivo primario per
servire la Chiesa, la difesa e l'amore per la Sacra Scrittura ne
furono il motore.
Ora che l'opera è finita, il che non vuol dire che il lavoro
di questo catalizzatore abbia dato tutti i suoi frutti, è permesso
coglierne l'apporto sul piano della storia del pensiero.
Da una parte, essa permette di riprendere, con dei fatti nuovi,
in particolare geografici e linguistici, il compito dell'intelligenza
cristiana, magnificamente illustrata a suo tempo dai grandi dottori
medievali, secondo la celebre formula: «fides quaerens
intellectum», e questo nella prospettiva di un realismo
della conoscenza rinnovato ed aperto all'esperienza.
D'altra parte, e allo stesso tempo, quest'opera si iscrive nella
storia del pensiero cristiano. In effetti essa costituisce, senza
equivalente conosciuto, una critica cattolica della modernità,
la cui manifestazione avanzata fu il modernismo in teologia.
Ciò che restaura FC, è il ricorso al primato della
Scrittura, generando un primato della teologia scritturista sulla
teologia naturale dipendente dal razionalismo filosofico greco,
di cui i suoi lavori linguistici gli permettono di intravedere
un superamento.
Non solo, l'inerranza biblica è puntellata, i dogmi confermati,
ma un progresso teologico diviene possibile. Sul piano di un ecumenismo
autentico, poiché, da una parte l'opera mira alla difesa
della Chiesa Cattolica e dall'altra ad una migliore comprensione
della Scrittura, aprendosi a dei modi di pensiero differenti dal
Logos greco, mantenuto, ma superato.
1 - Contemporaneo di Galiléo ed
a lui favorevole, professore de Cyrano de Bergerac, op.cit. pp
65, 78, 161 et svt.
2 - Ancien recteur du Collège de
Dijon. In D.Tassot. « La Bible au risque de la Science » FX
Guibert. pp. 78, 169-170.