Testata


Dalla Rivista Le Cep n° 60 del Luglio 2012

Rubrica "Posta dei lettori"


Lettera ricevuta dal Signor R.P. (Pirenei)

p Il 22 ottobre 1996, il mondo della Ricerca e della Scienza, come pure la grande stampa, pubblicavano il messaggio che il Beato Papa Giovanni Paolo II aveva inviato all'Assemblea plenaria dell'Accademia Pontificia delle Scienze riunita a Roma per discutere delle teorie evoluzioniste. L'essenza di questo messaggio, la piccola frase che fece da titolo sui giornali1, è:
«Oggi, circa mezzo secolo dopo la pubblicazione dell’Enciclica, nuove conoscenze conducono a NON considerare più la teoria dell’evoluzione una mera ipotesi.»

Questa frase fu immediatamente interpretata come un'accettazione del Santo Padre del principio dell'evoluzione degli esseri viventi, malgrado questo modo di spiegare fosse incompatibile con la Creazione della Sacra Scrittura e i fondamenti stessi della Religione.
Noi ora sappiamo però che Giovanni Paolo II non ha mai pronunciato questo discorso (e che non ha nemmeno ricevuto i membri della Pontificia Accademia delle Scienze, poiché l'intervista prevista è stata annullata).

Ecco il racconto di quello che è realmente accaduto, secondo la testimonianza inedita di un sacerdote presente all'evento:
«Ero un membro di questa plenaria sull'evoluzione. Il Beato Giovanni Paolo II non ha MAI pronunciato il discorso che gli è attribuito in data 22 ottobre 1996. Il testo non firmato è stato consegnato ai partecipanti senza che vi sia stata udienza pontificia. Subito dopo ho interrogato il padre Cottier, ora cardinale. Egli mi ha detto di avere scritto lui stesso una parte del testo, ma che era poi intervenuto un secondo autore, integrando al testo una sua aggiunta personale senza più sottoporglielo. Ora, il padre Cottier, teologo della Casa Pontificia, aveva precisamente per missione di rileggere i testi prima di essere sottoposti alla firma del Papa.

Il rilettore non ha così potuto compiere la sua missione in quanto è stato 'cortocircuitato'. Giovanni Paolo II, fiducioso nel suo rilettore, non ha mai ne letto ne riletto questo testo!»

Siamo dunque in presenza di un testo attribuito al Papa Giovanni Paolo II e pubblicata con la sua firma nell' Osservatore Romano, ma quale valore può avere?2

Eppure tratta un argomento essenziale, poiché discute se l'uomo non è che il prodotto di una qualsiasi "evoluzione" oppure se l'uomo, come tutto ciò che esiste sulla terra, è effettivamente il frutto di una volontà di Dio (tradito dalla rivolta dell'uomo nel Peccato Originale).

Questo spiega, forse, perché il Papa Benedetto XVI ha creduto bene di affermare la posizione della Chiesa nell'omelia della sua intronizzazione, durante la Messa inaugurale del suo pontificato, la domenica 24 aprile 2005, in piazza San Pietro:
«Noi non siamo il prodotto casuale e senza senso dell’evoluzione. Ciascuno di noi è il frutto di un pensiero di Dio. Ciascuno di noi è voluto, ciascuno è amato, ciascuno è necessario.»

Non è tutto. Ecco ciò che il Santo Padre aggiungeva alcuni mesi più tardi, il 9 novembre 2005: «Trovo che le parole di questo Padre [si tratta di San Basilio, vescovo del IV secolo] sono di una sorprendente attualità quando dice:«… Alcuni, «tratti in inganno dall'ateismo che portavano dentro di sé, immaginarono l'universo privo di guida e di ordine, come in balìa del caso. »

Oggigiorno, ne abbiamo Molti di questi "alcuni". Essi, ingannati dall'ateismo, credono sia scientifico pensare che tutto è privo di guida e di ordine, come in preda al caso.

Ma, attraverso le Sacre Scritture, il Signore risveglia la ragione che dorme e ci dice: « In principio era la Parola Creatrice.»

 


1 Ndlr. Si misurerà l'importanza di questa "piccola frase" notando che, dall'indomani, il 24 ottobre, il quotidiano conservatore Il Giornale annunciava in prima pagina: «Il Papa dice che possiamo discendere dalle scimmie».
Per La Repubblica, il Papa aveva «fatto la pace con Darwin». Il giorno seguente Le Monde intitolava un editoriale anonimo: «Darwin riabilitato dalla Chiesa»

2 Ndlr. É importante sottolineare l'importanza di questa testimonianza. Certo, la piccola frase è di per sé quasi vuota di senso. Ma essa fu interpretata come un superamento della posizione prudente adottata da Pio XII in Humani generis (1950), quando egli evocava con riserve "l'ipotesi" dell'evoluzione. Ma "più che un'ipotesi" non ha senso intelligibile, se non quello di una teoria. Ora, l'evoluzione era già largamente conosciuta sotto il nome di "teoria" dell'evoluzione. Per di più, la lettera in questione (almeno la parte redatta dal Padre Cottier) evoca una molteplicità di teorie evoluzioniste, il che era un modo per relativizzarle tutte. Una seconda nota concerne il funzionamento inquietante della burocrazia vaticana, come la Segreteria di Stato, il cui ruolo è di scrivere e di parlare in nome del Papa, e che si permette di aggiungere il piccolo granello di sale del quale, come per caso, i nemici attendevano l'uscita per sfruttarla il giorno stesso!

Ceshe 1999 -