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La più antica tavoletta sul Diluvio1

Bill Cooper2

Presentazione: Uno degli argomenti chiave dell'esegesi "critica" concerne il racconto biblico del Diluvio. Essa vuol dimostrare che non si è trattato di un evento storico bensì di una "favola" orientale. Siccome gli Ebrei furono deportati a Babilonia, la teoria comunemente ammessa consiste nel dire che l'autore tardivo di questo passaggio della Bibbia si è ispirato a un racconto babilonese contenuto nelle tavolette dell'Epopea di Gilgamesh, datato al 1800 a.C..  Ora, un assiriologo tedesco collegato con l'Università di Pennsylvania, Herman Hilprecht, scoprì sul sito di Nippur una tavoletta la cui decifrazione fu completata nel 1909. Questa tavoletta (CBM 13532) è molto più antica della più antica data possibile per l'Epopea di Gilgamesh, e il suo racconto è rigorosamente coerente con quello della Bibbia. Ne risulta quindi che la Bibbia non ha copiato il "mito" babilonese, ma è piuttosto il contrario, il che spiega le distorsioni e le inverosimiglianze contenute ne L'Epopea. Non potendo confutare Hilprecht, i suoi colleghi hanno organizzato una congiura contro di lui, lo incitarono a lasciare Filadelfia e, dal 1912, questa tavoletta "scomoda" dorme nelle collezioni dell'Università.


Abbiamo tutti sentito parlare dell'Epopea di Gilgamesh ed anche del refrain insistentemente ripetuto dai modernisti che dicevano che essa era la "fonte" del racconto del Diluvio della Genesi (cap. 6-8) e che la storia Noè non è altro che la versione ebraica di un mito babilonese. Ebbene, quelli che ci ripetono questa vecchia canzone dovrebbero rifletterci due volte.
Il testo corrente dell' Epopea di Gilgamesh ci è noto per mezzo di tavolette d'argilla che facevano parte della biblioteca del re di Ninive, Assourbanipal (668-626 a.C.). 3

Si ritiene che queste tavolette, datate solo del 7° secolo a.C., siano delle copie di versioni molto più antiche dell'epopea, che si suppone, per delle ragioni linguistiche, non essere stata composta prima del 1800 a.C. circa.

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Figura 1: frammenti de l'Epopea di Gilgamesh

Poiché questa data è anteriore alla più antica composizione possibile del Libro della Genesi, i critici pretendono che il racconto del Diluvio della Genesi deve aver attinto al mito babilonese che gli è anteriore.
Per sostenere la loro asserzione essi sottolineano i dettagli comuni ai due racconti: la malvagità e la violenza dell'umanità; la decisione di Dio (o dèi) per sommergere la terra; la scelta di un uomo giusto per costruire una nave che doveva resistere al Diluvio; l'imbarco su questa nave di animali selezionati; distruzione globale dell'umanità; invio di uccelli per vedere se il livello dell'acqua era sceso; incagliamento della nave su una montagna; sacrificio fatto dall'uomo giusto dopo essere uscito dall'arca; etc. Bisogna riconoscere che questi dettagli comuni sono in effetti notevoli, ma lo sono per ragioni diverse da quelle proposte dalla scuola modernista.

Che i critici della Bibbia pretendano questo non deve stupire. La sorpresa, tuttavia, è di sapere che lo strombazzamento moderno del matrimonio Gilgamesh-Genesi è il frutto di un inganno, di un trucco da mago, che ha nascosto al pubblico la verità da circa 100 anni. Vediamo come.

Hilprecht4 e la scoperta della più antica tavoletta sul Diluvio
Tra il 1889 e il 1900, l'Università di Pennsylvania ha diretto quattro stagioni di scavi archeologici nell'antica città babilonese di Nippur. Uno dei suoi lavori fu lo scavo di un tumulo che gli archeologi chiamarono il Colle della Tavoletta. Il nome parla da sé, ma tra le numerose tavolette ivi scoperte, c'era un frammento quasi insignificante. Esso era incrostato, come molti altri, di cristalli di salnitro.
Tutti questi pezzi furono accuratamente e sapientemente messi in una scatola per spedirli ai laboratori dell'Università, prima ancora di provare a leggerli.

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Figura 2: Sito dell'antica città di Nippur.

Pur essendo un membro dirigente dell'équipe di scavatori, Hermann Volrath Hilprecht era professore all'Università e, nell'ottobre 1909, esaminò la collezione delle tavolette non decifrate. Una di queste era il frammento di cui ci occupiamo. Di primo acchito non poté leggerlo semplicemente perché lo strato di salnitro nascondeva il testo sottostante. Ma notò che una parola era visibile: i tre segni cuneiformi che davano: a-bu-bi, che significa "diluvio" o "inondazione". Frugò subito il resto della scatola per vedere se c'erano altri frammenti della tavoletta e, non trovandone, si mise a pulire e decifrare quel frammento.
Il 1° dicembre 1909 aveva completato il suo compito ed era capace di leggere ciascuno dei segni del testo conservato.
Era incappato in uno dei testi più notevoli del mondo antico mai scoperti. Catalogato col numero 13532 CBM, il frammento risale al 2200 a.C. circa.  5
Secondo la cronologia di Ussher per il Diluvio, cioè il 2348 a.C., il frammento è posteriore di circa 150 anni all'evento che descrive. Questa data è di molto anteriore alla più antica data possibile proposta per l'Epopea di Gilgamesh; inoltre, la tavoletta è monoteista! E non contiene una parola delle fantasie pagane così frequenti in Gilgamesh e nel suo rivale, l'Epopea di Atrahasis.

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Figura 3: Hermann Hilprecht.

Le molte differenze esistenti tra Gilgamesh e la Genesi sono ben più importanti delle loro somiglianze. Il frammento della tavoletta CBM 13532, tuttavia, non aggiunge assolutamente nulla alla storia del Diluvio della Genesi. Infatti essa racconta semplicemente, con parole sue, la stessa storia del Diluvio. Tradotta inizialmente da Hilprecht e completata per le parti danneggiate da Hommell, essa si legge come segue:
"Io aprirò le fonti dell'abisso. Manderò un diluvio che toccherà contemporaneamente tutta l'umanità. Ma cercate la salvezza prima che il diluvio inizi, giacché a tutti gli esseri viventi, per quanto numerosi, io porterò annientamento, distruzione, rovina. Prendete del legno e della pece e costruite una grande barca!
... cubiti sia la sua altezza totale, ... dovrà essere una barca-casa contenente quelli che preservano la loro vita … ... con un tetto solido che la ricopre … nel battello che fate, mettete dentro… gli animali dei campi, gli uccelli dell'aria e i rettili, due per ciascun tipo, invece di (tutto il loro) numero …. e la famiglia di …". 6

Il fatto stesso che esista una tale tavoletta, che sia monoteista, razionale e non si discosti minimamente dal libro della Genesi, è un abominio per lo spirito moderno. Peggio ancora, la tavoletta è più antica di molti secoli della data più arretrata possibile proposta dalla scuola modernista come fonte della cosiddetta Genesi. Non è dunque strano che sia stata coscientemente ignorata. L'ultimo studioso ad averla menzionata fu Rogers nel 1912,7 dopo di che il mondo scientifico ha mantenuto un silenzio colpevole. Ma al di là di tutto questo, alcuni dettagli affascinanti nuocciono ancora di più a quelli che negano la storicità della Genesi.

 

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Figura 4: La tavoletta CBM 13532

Alla linea 8 della tavoletta compare la parola ma-gurgurrum, che Hilprecht traduce come "casa-barca": barca usata per abitazione. Ma-gurgurrum, tuttavia, è apparentata a una vecchia parola semitica, ma-kurru, che significa "Arca",8 una traduzione che Hilprecht aveva stentato a dare, senza dubbio perché aveva già delle buone ragioni per temere la bufera che sarebbe scoppiata alla pubblicazione delle sue scoperte.
Infatti, era appena uscito da una tempesta analoga che era scoppiata cinque anni prima, a proposito di un affare al confronto molto più banale.
Alcuni rivali accademici, in particolare il Rev. Dott. Peters, della Columbia University, erano lividi di rabbia perché nel suo libro Exploration in Bible Land, Hilprecht aveva omesso di menzionare l'origine di due tavolette che egli aveva tuttavia correttamente catalogato per il museo.
Hilprecht fu trascinato davanti a una commissione d'inchiesta nominata dai membri del consiglio di università dove, evidentemente, se ne uscì molto bene. Peters e i suoi "testimoni" andarono su tutte le furie perché il comitato aveva avuto l'audacia di mettere in dubbio le accuse di omissione anti-scientifica da parte di Hilprecht.9
Se erano diventati tanto furiosi per un affare così banale, possiamo immaginare ciò che i suoi rivali avrebbero fatto questa volta, con la scoperta della tavoletta del Diluvio fatta da Hilprecht.

Descrizione
Figura 5: L'Università di Pennsylvania nel 1892.
La tavoletta CBM 13532 faceva parte delle sue
collezioni assiriologiche.

 

Di più, alla linea 6 della tavoletta, l'arca è designata elippu rabetu, "grande battello" il che contrasta alquanto con lo strano ekellu o "grande palazzo", dell'Epopea di Gilgamesh, così portata alle stelle.10
Si potrebbero dire molte altre cose in favore dell'autenticità della tavoletta e, cosa ancor più importante, dell'autenticità del racconto della Genesi, ma rimarcheremo solo il fatto notevole che i modernisti hanno scelto di non sollevare obiezioni contro Hilprecht dopo la pubblicazione del suo testo.
C'erano infatti buone ragioni per questo silenzio, giacché né i termini della tavoletta, né la sua età, potevano essere contestati senza mettere a nudo le debolezze fraudolente della tesi dei critici della Bibbia. Così si decise di rimanere semplicemente in silenzio sull'argomento: "Lasciamolo sepolto in qualche oscura rivista accademica, dove non sarebbe mai arrivato all'attenzione del pubblico! Lasciamo il pubblico continuare a persuadersi che il mito babilonese è la fonte nativa del Libro della Genesi!"
Furono questi i giochi di prestigio e gli inganni per i quali la Tavoletta CBM 13532 non è mai stata oggetto di discussione durante gli ultimi cento anni e, senza dubbio, continuerà a non esserlo.
La figura 4 è la riproduzione della tavoletta che Hilprecht include nella sua monografia.11 Hilprecht non era particolarmente fondamentalista. Egli fu educato e lavorava nelle stesse scuole tedesche (Bernburg, Lipsia, Erlangen) che produssero alcuni dei peggiori tenori della "Alta Critica" biblica. E i suoi difensori, Pinches, Hommel o Rogers, non pensavano certo che il Libro della Genesi fosse l'inviolabile Parola di Dio.
Tuttavia, per quanto fossero modernisti, furono costretti (e abbastanza onesti) da prendere posizione in favore della tavoletta. E questo per una semplice ragione: la data della tavoletta, circa il 2200 a.C., è indiscutibile12, come pure il suo contenuto. Anche l'esattezza della traduzione di Hilprecht è fuor di dubbio, come pure le implicazioni enormi e devastanti per la causa modernista dell'esistenza stessa di questa tavoletta.
Contestando uno qualsiasi di questi punti, la scuola modernista rivelerebbe immediatamente al pubblico la menzogna che è alla base del suo ragionamento e tutta l'impostura della "scienza" del criticismo biblico.
L'anno della pubblicazione della tavoletta da parte di Hilprecht, nel 1910, scoppiò un'altra tempesta poiché qualcuno si era introdotto nel suo ufficio mentre egli era in vacanza in Europa13; lasciò quindi l'Università di Pennsylvania l'anno successivo per tornare in Germania.
Ma, anche dopo la sua partenza, nessuno mise in dubbio la sua integrità di traduttore né il suo importante lavoro su questa tavoletta.
Più in generale, se si ammettesse una sola volta che è stato trovato un racconto monoteista del Diluvio, corrispondente interamente al racconto della Genesi e che è anteriore di molti secoli ad una qualsiasi delle "fonti" della Genesi proposte dai critici, allora tutto ciò che si è preteso da 130 anni a questa parte sulla Genesi crollerebbe sotto il peso della sua propria assurdità. E, nella nostra epoca di incredulità, è fuori questione che ciò accada.


1' Tratto da The Earliest Flood Tablet, Creation Science Movement, Pamphlet 382, Maggio 2011, tradotto da Claude Eon.

2 Dottore in storia all'Università di Oxford, Bill Cooper ci ha già dato un articolo di riferimento su Les dinosaures dans les chroniques anglo- saxonnes (Le Cep n° 20 et 21).

3 Assourbanipal è menzionato in Esdra 4:10 e in II Cronache 33:11 (ma non nominato).

4 Hermann Volrath Hilprecht (Hohenerxleben, Germania 28 luglio 1859 - 19 marzo 1925), archeologo americano di origine tedesca, specialista in Assiriologia. Partecipa alla prima serie di scavi a Nippur condotta dall' Università di Pennsylvania per la quale lavora. Dopo la sua morte, la vedova lasciò in eredità migliaia di oggetti antichi all''Università di Jena. Nel 1883 ottenne il suo dottorato in Assiriologia presso l'Università di Lipsia. A partire dal 1883 è docente di Assiriologia presso l'Università della Pennsylvania. Dal 1886 al 1911 ha diretto gli scavi a Nippur, dove ha scoperto numerosi testi importanti per lo studio dell'antica Mesopotamia. In Assiriologia, il prefisso HS designa le tavolette conservate nella collezione Hilprecht  (Hilprecht-Sammlung in tedesco) a Jena. (Wikipedia)

5 La data è calcolata secondo lo strato in cui è stata scoperta la tavoletta. Tutta la biblioteca del tempio di Nippur fu distrutta e sepolta nel 2100 a.C. durante l'invasione della città dagli Elamiti. Poiché lo strato era sotto quello della distruzione, 2200 è una stima onesta per la tavoletta. Se accettiamo la data di Ussher del 2348 a.C. per il Diluvio, la data della tavoletta si situa nei 150 anni dall'avvenimento. Noè, Sem, Cam e Iafet erano ancora vivi al momento della sua scrittura!

6 Pinches & Hommell. "The Oldest Library in the World and the New Déluge Tablets" Expository Times. 1910. Vol. XXI pp.364-9. La citazione è a pagina 369. Per chiarezza ho omesso le note editoriali di Pinches.

7 Rogers, Robert W. Cuneiform Parallels to the Old Testament. 1912. Eaton & Mains, pp. 104-107.

8 Pinches, The Oldest Library in the World, p. 366. Cosa interessante, ma- kurru significa anche "cofano" o "scatola", così come in ebraico avremmo gli stessi sensi - L'Arca dell'Alleanza era semplicemente una scatola. Il fatto che la tavoletta sia scritta in accadico, lingua semitica. dà ancora più valore alle affinità con la Genesi.'

9 New York Times, April 16th 1905. In realtà, l'odio di Peters aveva un altro motivo, quello vero: nel suo libro, Hilprecht aveva criticato la metodologia seguita da Peters (che aveva diretto la prima spedizione a Nippur).

10 HV Hilprecht (ed) The Babylonian Expedition of the University of Pennsylvania, Serie D: Ricerche e Trattati. Volume V, fascicolo 1: The Earliest Version of the Babylonian Deluge Story and the Temple Library of Nippur, di HV Hilprecht, Philadelphia, pubblicato dalla University of Pennsylvania, 1910.

11 Ibid. p. 69

12 Come abbiamo già segnalato, la data più tardiva ammissibile sarebbe il 2100 a.C., data della distruzione della biblioteca del tempio di Nippur dagli Elamiti.

13 New York Times, Novembre 27th 1910

Ceshe 1999 -